In un precedente post leggevo: "principio generale delle vendite fallimentari è che è che esse si svolgano mediante “procedure competitive”. Va infatti osservato che il d.lgs n. 5/2006 pur avendo “deformalizzato” le vendite fallimentari, liberandole dall’obbligo di osservanza delle norme del codice di procedura civile (obbligo che prima della riforma costituiva un paradigma delle vendite fallimentari), ha comunque previsto che siano osservati tre parametri di fondo:
l’adozione di procedure competitive;
il valore di stima come base di partenza della vendita;
la garanzia di massima informazione e partecipazione degli interessati per il tramite di adeguate forme di pubblicità."
Ebbene, leggendo un avviso di vendita in una procedura falimentare il Curatore ha ritenuto di vendere un bene immobile non partendo dal prezzo relativo al valore di stima ma abbassandolo dell'80% motivando in premessa che sul bene in questione era stata formulata offerta di acquisto (inferiore appunto all'80% del valore di stima) fuori asta e non vi era stata opposizione da parte del comitato dei creditori.
Per la precisione il bene sarà comunque venduto con procedura competitiva aperta a tutti. Mi chiedo. E' legittima questa procedura? Trova una giustificazione normativa?