Imposta di registro - lotto unico comprensivo di più immobili

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  • Ultimo messaggio 26 gennaio 2020
jogiorginho86 pubblicato 21 gennaio 2020

Buongiorno,

vorrei una Vostra cortese risposta al seguente quesito.

Tizio si è aggiudicato all'asta (secondo esperimento di vendita) un lotto al prezzo di €. 131.000,00. Tale lotto ricomprende tre differenti immobili: un appartamento, un ufficio ed un bene comune non censibile (BCNC).

Tizio ha dichiarato di voler usufruire delle agevolazioni prima casa richiedendo l'applicazione del prezzo valore.

Ora, per quanto concerne l'imposta di registro, come si deve procedere?

Per calcolare la base imponibile per applicazione dell'aliquota agevolata del 2% (appartamento) si deve procedere con il calcolo della rendita (nel caso di specie 383,47) moltiplicata x 1,05 e poi x 110? A tale importo dovranno essere aggiunte poi le imposte ipotecarie e catastali in misura fissa di 50,00 euro ciascuna?

Mentre per l'ufficio e per il BCNC quale dovrebbe essere la base imponibile? Si può procedere con lo stesso metodo di calcolo sopra richiamato (mediante rendita catastale) oppure bisogna andare a vedere il valore di mercato di ciascun immobile indicato nella perizia di stima e poi applicare l'aliquota del 9%?

Ad entrambi poi si dovranno applicare le imposte ipotecarie e catastali?

Mi scuso per essermi eccessivamente dilungato.

Resto in attesa di Vostro cortese (e prezioso) riscontro.

Cordiali saluti.

Giorgio

 

 

inexecutivis pubblicato 26 gennaio 2020

Il principio generale a cui conformare la tassazione è sancito dall’articolo 21 del D.P.R. 26 aprile 1986, n. 131 (testo unico dell’imposta di registro), secondo il quale in presenza di un atto contenente più disposizioni, ciascuna disposizione soggiace ad autonoma imposizione, salvo quelle derivanti necessariamente, per la loro intrinseca natura, le une dalle altre.

L’agenzia delle entrate (circolare n. 18/E del 29.5.2013) ha precisato che per “disposizione” si intende una convenzione negoziale suscettibile di produrre effetti giuridici valutabili autonomamente, in quanto in sè compiuta nei suoi riferimenti soggettivi, oggettivi e causali, precisando che - nel caso di vendita di più beni da un soggetto ad altro soggetto, con unico corrispettivo e ripartizione dello stesso tra detta pluralità di beni, si configura un atto contenente un’unica disposizione.

Sempre nella suddetta circolare, si è ulteriormente spiegato che occorre distinguere le seguenti ipotesi:

1. alcuni beni possono usufruire delle agevolazioni: in tal caso, si applicherà la tassazione agevolata ai fini del registro ed eventualmente ai fini delle imposte ipotecarie e catastali su detti beni mentre le imposte proporzionali dovute sui beni non agevolati rimangono dovute nella misura proporzionale effettiva, anche se inferiore alla misura fissa;

2. i beni sono tassabili con aliquote diverse: in tal caso, le imposte sono dovute, per ciascun bene, nella misura proporzionale effettiva, anche se inferiore alla misura fissa;

3. i beni sono assoggettabili ad IVA: si applica un’unica imposta fissa.

Infine, qualora si determinino tante imposte proporzionali tali da non raggiungere tutte insieme la misura fissa, si applica un’unica imposta fissa.

L’Agenzia delle Entrate, inoltre, con la risoluzione 3 luglio 2008, n. 272, ha precisato che, in relazione a più disposizioni negoziali interne al medesimo documento per le quali l’imposta di registro sia dovuta in misura proporzionale è possibile enucleare le seguenti fattispecie:

1) l’imposta proporzionale dovuta per ciascuna disposizione (rectius, per ciascun negozio giuridico) è inferiore all’importo minimo fissato dalla legge, mentre l’importo complessivamente dovuto (commisurato a tutte le disposizioni) è superiore a quello minimo: in questo caso l’imposta di registro da corrispondere è pari alla somma degli importi dovuti per ciascun negozio;

2) l’imposta proporzionale dovuta per ciascuna disposizione è inferiore all’importo minimo di legge ed è inferiore a detto valore anche la somma degli importi dovuti per ciascuna disposizione: in questo caso l’imposta di registro deve essere corrisposta in misura fissa minima una sola volta.

Quanto al BCNC, esso non avrà una sua rendita catastale e quindi non è assoggettato a tassazione non essendo una porzione immobiliare autonoma. Invero, la Circolare del Ministero delle Finanze 20 gennaio 1984, n. 2 ha affermato che i BCNC sono “le porzioni [immobiliari] che non possiedono autonoma capacità reddituale, comuni ad alcune o a tutte le u.i. per destinazione (androne, scale, locale centrale termica, ecc.), ovvero - come accennato al paragrafo I.3.3. - per la loro specifica funzione di utilizzazione indivisa (ad esempio una rampa al servizio di soli posti auto).

Tali porzioni, che per la loro natura non sono soggette alle dichiarazioni mod. 1, vanno comunque rappresentate nell'elaborato planimetrico ed ivi contraddistinte da riferimenti catastali, ma non possono avere una iscrizione formale in partita, perché‚ non costituiscono le u.i.

L’unico caso in cui, riteniamo, un BCNC sconta il pagamento dell’imposta di registro è quello in cui costituisce egli solo l’oggetto di un trasferimento.

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