Buongiorno,
ho partecipato in data 23 maggio 2018 ad un'asta per l'acquisto di alcuni box auto, svoltasi presso il tribunale ordinario di Roma. Prima dell'avvio dell'asta sono emerse alcune difformità tra quanto dichiarato in perizia e quanto effettivamente riscontrato durante lo svolgimento dell'asta stessa. In pratica il box a cui ero interessato e che da perizia risultava libero, era in realtà già occupato da uno dei partecipanti all'asta. A quel punto io e gli altri partecipanti abbiamo fatto presente il fatto al giudice, il quale ha disposto che l'occupante firmasse una dichiarazione scritta del fatto che occupava senza titolo l'immobile, cosa puntiualmente avvenuta. A questo punto, io e gli altri partecipanti abbiamo rinunciato a partecipare all'asta, essendo venute meno le condizioni esposte in fase di pubblicazione dell'avviso d'asta. Il giudice si è arrogato il diritto di non restituire gli assegni ai legittimi proprietari, perchè voleva verificare che l'immobile fosse realmente occupato, e dando incarico al curatore, presente in aula, di occuparsi di tale verifica. Lo stesso curatore, in seguito da me da me interpellato, mi ha assicurato di aver provveduto alla verifica e di aver trovato l'immobile sgombro di cose e persone e di averne dato tempestiva comunicazione al giudice, in modo da consentire l'annullamento dell'asta e l'avvio di una nuova procedura, oltre che, ovviamente, la restituzione degli assegni circolari ai proprietari. Ad oggi, 11 Settembre 2018 il giudice non ha ancora disposto la sospensione della procedura di verifica e la restituzione degli assegni. Mi chiedo: può farlo? è possibile? Come si può obbligarlo a restituire gli assegni indebitamente trattenuti?
Grazie.