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Rispondiamo alla domanda cercando di chiarire il quadro anche a beneficio di altri utenti.

La legge 28 gennaio 1977, n. 10 (nota come “legge Bucalossi”) prevedeva all’art. 3 che la concessione edilizia “comporta la corresponsione di un contributo commisurato all'incidenza delle spese di urbanizzazione nonché al costo di costruzione”.

Questo articolo è stato abrogato dall'art. 136, comma 2, lett. c), D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380.

La nuova disciplina in materia di contributo per il rilascio del permesso di costruire si rinviene nell’art. 16, comma primo, d.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, meglio noto come Testo Unico dell’edilizia, il quale prevede che “il rilascio del permesso di costruire comporta la corresponsione di un contributo commisurato all'incidenza degli oneri di urbanizzazione nonché al costo di costruzione, secondo le modalità indicate nel presente articolo”.

E dunque evidente, crediamo che la domanda riguardi la possibilità di considerare costo inerente il contributo di costruzione e gli oneri di urbanizzazione.

A nostro avviso la risposta deve essere affermativa in quanto si tratta di un costo funzionale, in quanto prodromico, all’aumento di valore del bene.

Secondo la giurisprudenza, infatti, per costi inerenti al bene devono intendersi soltanto le “le spese incrementative, per tali intendendosi quelle spese che determinano un aumento della consistenza economica del bene o che incidono sul suo valore, nel momento in cui si verifica il presupposto impositivo. Non possono, quindi, essere incluse tra le spese incrementative quelle che non apportano maggior consistenza o maggior valore all'immobile, perché attengono solo alla manutenzione e/o alla buona gestione del bene” (Cass. 23.8.2011, n. 17595. Il concetto è stato ribadito da Cass. 22.6.2018, n. 16538).