Buon pomeriggio, ho recentemente acquistato un abitazione all’asta ed è già stato emesso il decreto di trasferimento in mio favore, compresa la registrazione presso l’agenzia delle entrate. Dopo essere entrato in possesso delle chiavi, dovendo procedere alla totale ristrutturazione dell’immobile, è venuto sul posto il mio geometra per le misurazioni del caso. Subito si è accorto che in una stanza mancavano circa 4mq ed era stata variata l’uscita nel pozzo luce. La parte mancante è stata inglobata nell’abitazione confinante, anch’essa dello stesso proprietario e compresa nella procedura, ma non ancora aggiudicata. Nella parte mancante è stato quindi creato un piccolo ripostiglio, con accesso però dall’altro immobile. Tale circostanza non è stata minimamente indicata dal ctu nella perizia di stima, la quale è molto superficiale e riguarda tutto il palazzo composto da 6 abitazioni totali. Per ripristinare lo stato dei luoghi sia del mio immobile che di quello adiacente basterebbe chiudere la porta di accesso al ripostiglio e demolire il tramezzo creato all’interno della mia stanza. Pertanto ho contattato il curatore della procedura, spiegando la situazione, chiedendole di poter risolvere a mie spese, non pensando a quanto invece potesse essere complicato. Infatti il curatore mi intimava di fermarmi e mi chiedeva di fare istanza al giudice rappresentando la mia situazione e le mie volontà. La stessa ha prospettato varie soluzioni, dicendo che il Giudice avrebbe potuto decidere se: 1) revocare l’assegnazione; - 2) autorizzare i lavori a mie spese; - 3) fare variazione catastale perdendo la parte mancante; - 4) restituire una parte di importo pagato. Io sono disponibile a pagare le spese per il ripristino dei luoghi come da planimetria catastale e non vorrei perdere l’immobile che ho acquistato. Grazie per le eventuali risposte.
Alessandro