Difformità planimetria e stato di fatto non rilevate in perizia

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  • Ultimo messaggio 30 gennaio 2020
alexc685 pubblicato 23 gennaio 2020

Buon pomeriggio, ho recentemente acquistato un abitazione all’asta ed è già stato emesso il decreto di trasferimento in mio favore, compresa la registrazione presso l’agenzia delle entrate. Dopo essere entrato in possesso delle chiavi, dovendo procedere alla totale ristrutturazione dell’immobile, è venuto sul posto il mio geometra per le misurazioni del caso. Subito si è accorto che in una stanza mancavano circa 4mq ed era stata variata l’uscita nel pozzo luce. La parte mancante è stata inglobata nell’abitazione confinante, anch’essa dello stesso proprietario e compresa nella procedura, ma non ancora aggiudicata. Nella parte mancante è stato quindi creato un piccolo ripostiglio, con accesso però dall’altro immobile. Tale circostanza non è stata minimamente indicata dal ctu nella perizia di stima, la quale è molto superficiale e riguarda tutto il palazzo composto da 6 abitazioni totali. Per ripristinare lo stato dei luoghi sia del mio immobile che di quello adiacente basterebbe chiudere la porta di accesso al ripostiglio e demolire il tramezzo creato all’interno della mia stanza. Pertanto ho contattato il curatore della procedura, spiegando la situazione, chiedendole di poter risolvere a mie spese, non pensando a quanto invece potesse essere complicato. Infatti il curatore mi intimava di fermarmi e mi chiedeva di fare istanza al giudice rappresentando la mia situazione e le mie volontà. La stessa ha prospettato varie soluzioni, dicendo che il Giudice avrebbe potuto decidere se: 1) revocare l’assegnazione; - 2) autorizzare i lavori a mie spese; - 3) fare variazione catastale perdendo la parte mancante; - 4) restituire una parte di importo pagato. Io sono disponibile a pagare le spese per il ripristino dei luoghi come da planimetria catastale e non vorrei perdere l’immobile che ho acquistato. Grazie per le eventuali risposte.

Alessandro

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inexecutivis pubblicato 27 gennaio 2020

Rispondiamo all’interrogativo muovendo dal presupposto per cui sul piano strettamente giuridico all’acquirente non spetta alcuna forma di tutela.

Le ragioni di questo nostro convincimento risiedono nell’art. 2922 c.c., a mente del quale nella vendita esecutiva non trova applicazione la disciplina della garanzia per i vizi della cosa venduta.

Questa previsione, che per costante giurisprudenza si applica anche alle vendite fallimentari (crf., sul punto, cass. Ordinanza n. 14165 del 12/07/2016) riguarda le fattispecie prefigurate dagli artt. da 1490 a 1497 c.c. (vizi e mancanza di qualità della cosa), ma non l'ipotesi di consegna di "aliud pro alio", configurabile, invece, se il bene aggiudicato:

1. appartenga ad un genere affatto diverso da quello indicato nell'ordinanza di vendita;

2. oppure manchi delle particolari qualità necessarie per assolvere alla sua naturale funzione economico sociale;

3. oppure ancora quando ne sia del tutto compromessa la destinazione all'uso previsto e che abbia costituito elemento dominante per l'offerta di acquisto.

Tale speciale disciplina si giustifica in ragione delle peculiarità della vendita forzata (che, partecipando alla natura pubblicistica del procedimento, realizza congiuntamente l'interesse pubblico, connesso ad ogni processo giurisdizionale, e quello privato, dei creditori concorrenti e dell'aggiudicatario).

Ciò detto, non è infrequente che nella prassi il giudice accordi delle soluzioni, come ad esempio la restituzione di una quota parte del prezzo versato.

Nel caso di specie, potrebbe tuttavia aprirsi una ulteriore possibilità che è quella rappresentata dal ripristino dello stato dei luoghi, in ragione del fatto che anche la porzione dell’appartamento che le deve essere restituita è sottoposta a vendita giudiziaria, e quindi si tratterebbe di ridisegnare sostanzialmente i diversi lotti.

Le suggeriamo, pertanto, di rivolgere al giudice una istanza in questa direzione.

alexc685 pubblicato 28 gennaio 2020

Grazie per la risposta. Effettivamente ho fatto istanza lunedi scorso tramite il curatore. Ad oggi nessuna risposta. Appena ho notizie vi aggiorno. Comunque da quello che ho capito la revoca dell’assegnazione va esclusa come ipotesi o devo sempre considerarla? A me è questo che fa paura, soprattutto vista l’attesa.

inexecutivis pubblicato 30 gennaio 2020

E' una ipotesi che tenderemmo ad escludere, ma è possibile.

Ci aggiorni!

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